mercoledì 17 febbraio 2010

secondo giorno

Cara Silvia, questa mattina, a proposito , a Prima pagina di radio3 , c'era un giornalista della Stampa che ironizzava , convinto di essere spiritoso e simpatico, sulle donne cosidette donne bruttine della sinistra. Che prima erano brutte e ora sono belle etc... Non so come e quando cambierà qualcosa, quando le donne saranno considerate persone e non oggetti. Ti sostengo e se c'è da firmare qualcosa , eccomi qua.
Cristina Reggio

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Condivido appieno le tue parole, ho provato anch'io un estremo disagio per gli stessi motivi. Credo che dovrebbe essere avviata per tempo una riflessione culturale profonda che superi l'empasse di richiedere le dimissioni del politico di turno (che purtroppo spesso è richiesta strumentale e in quanto tale poco convinta, poco convincente, poco efficace e che non fa che rafforzare l'immagine del povero peccatore per tutto il resto esemplare etc). Dunque, credo che la tua lettera vada proprio nella giusta direzione, sollevando a livello politico un'importante riflessione culturale. Riflessione da non farsi in emergenza, quando il tapino è colo con le mani nella marmellata, ma il condizioni di "normalità". Non è possibile edulcorare la politica delle sue componenti culturali riducendola ad una sommatoria di decisioni tecnico politiche contingenti. Il pensiero politico di ognuno di noi è fatto anche di scenari , di rappresentazioni della società in cui vogliamo vivere e delle dinamiche culturali che delineano di volta in volta valori e comportamenti. Questi a loro volta avranno influenza anche sulle famose decisioni politiche contingenti, in quanto la politica (come la scienza, direi) si costruisce socialmente. La distinzione tra vizi privati e pubbliche virtù non può spingersi fino a negare tutto questo. Quale modello sociale e relazionale ha interiorizzato e inevitabilmente riproporrà chi abitualmente considera le donne come oggetto? E non si dica che è così, è sempre stato così, è naturale. Io concordo con Latour quando dice che natura è cultura. Proprio domenica Eva Cantarella in una presentazione sull'amore ai tempi dei romani sottolineava come anche il modo di sentire oltre che vivere l'amore (inteso in senso lato, con tutte le specifiche e diversità di relazioni al proprio interno) cambi nei diversi contesti culturali. Scusate, termino qui anche il mio sfogo.
Riguardo alla lettera, suggerirei solo di evidenziare con chiarezza che si parla sia ai candidati che alle candidate (è una questione non scontata che va affrontata nello stesso modo, sia sul fronte delle reazioni che su quelo delle responsabilità). Non ne sono sicura, ma nche nella chiusura, direi di aggiungere che forse sapere da che parte stanno le persone che aspirano ad essere elette potrebbe interessare tutto l'elettorato, anche quello maschile, che è composto anche da chi riflette sul proprio ruolo nella società e con le donne.
Adriana Valente

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Stasera prima che Lisa mi mandasse la tua mail stavo proprio pensando la stessa cosa, non se ne può più.... sono assolutamente d'accordo.
Ciao e grazie
Giacomella Orofino

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Cara Silvia,
la tua indignazione è la mia e quella di tutte noi, quindi sottoscrivo pienamente.
Purtroppo non riesco a vedere, al di là degli appelli di minoranze in via di estinzione, alcuna possibilità di incidere in qualche modo sui fatti. Mi prendi in un momento di grande desolazione. Siamo sempre noi che ci diciamo tra noi quello che condividiamo, ma non alteriamo mai l'andazzo generale, che anzi peggiora sempre di più. Cominciamo a mandare a casa col voto l'orrore che si rivela quotidianamente ai nostri occhi, se ci riusciamo. E speriamo di trovare tra quelli da eleggere persone davvero per bene da cui farci rappresentare, che siano donne, o giovani, saggi, persone colte, persone civili.
Un abbraccio,
Maria Elisa Traldi

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Aderisco! grazie dell'iniziativa. Quello che accade in Italia non e' nemmeno pensabile in paesi come l'Austria, dove vivo, la Germania che conosco abbastanza, non che alcuni uomini non pensino cosi', ma non gli e' permesso di comportarsi cosi', innanzitutto dalle donne.
cristina pecchia

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Condivido!

Ho sentito addirittura gente vantare ad esempio Berlusconi per il suo “saperci fare” con le donne!!!

Enorme il mio imbarazzo da italiano all’estero (fino a pochi mesi fa), ogni volta che venivano tirati fuori questi episodi, ogni volta che vedevo una foto della Carfagna (queste sono le donne/immagine del nostro paese!!!), o anche solo ogni volta che ho assistito al “nostro” machismo da quattro soldi.

Vista la situazione, ho solo un po’ di dubbi sul fatto che chi sta a sinistra (parlo di politici) abbia la coscienza più pulita… anche su questo.

Un caro saluto,

Andrea

PS: Mia moglie è tedesca e c’è un’altra cosa “accettata” in Italia che la lascia allibita (oltre all’essere fermata dai carabinieri perché aveva i fari spenti col sole a luglio!): le ragazzine per strada (africane o dell’est) costrette a prostituirsi. Inimmaginabile in un paese civile. Ma siamo in un paese gelatinoso, in tempi gelatinosi!

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Aderisco dalla Spagna all'appello uscito sul Manifesto. Ma davvero
dicono tutti così?
Irene Starace


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Aderisco con forza e totalmente all’appello: difendiamo noi stesse, metà del corpo elettorale e del globo terrestre, e contribuiamo a salvare un senso all’essere di sinistra. Pretendiamo; e consideriamo fin dove siamo disposte a spingerci per colpire duro. Auguri.
Gabriella Melatti

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